Quasi tutte le religioni, o perlomeno le più diffuse, producono dei documenti o dei testi letterari ritenuti sacri e che assumono il nome di “testi sacri” o “sacre scritture”.
Spesso gli esponenti delle diverse religioni promulgano delle norme che definiscono i limiti dei testi sacri e che controllano o escludono la possibilità di porre aggiunte e effettuare modifiche. Seppure la lingua originale in cui viene prodotto un testo venga considerata la più pura e abbia la preminenza assoluta, quelli sacri sono i testi maggiormente tradotti. Le traduzioni dei testi devono comunque ricevere il benestare ufficiale dei rappresentanti di ogni religione.
Volendo fare riferimento al testo più diffuso in Italia, prendiamo in considerazione la Bibbia e le sue traduzioni. Il nome Bibbia è un termine che deriva dal greco e che, tradotto nella nostra lingua, significa “i libri”; essa è il testo sacro della religione cristiana e anche di quella ebraica.
La Bibbia ebraica comprende i testi di origine ebraica e solitamente viene chiamata con il termine “Tanakh”. Questo vocabolo “non può essere tradotto poiché è un acronimo privo di significato; esso è formato dalle iniziali delle parti nelle quali vengono raggruppati i ventiquattro libri dei quali il testo complessivo è composto: la prima è la “Torah”, che si traduce con “legge” o “ Pentateuco”, cioè “cinque testi” in greco; la seconda è la “Neviim”, da tradursi con “Profeti”; l’ultima è la “Ketuvim” che si traduce in italiano con “Scritti agiografi”.
La Bibbia cristiana è suddivisa in Antico Testamento e Nuovo Testamento.
L’Antico Testamento è diviso in quattro parti: il Pentateuco, i Libri Profetici, gli Scritti, i Deuterocanonici. Questa prima parte traduce fonti sia ebraiche sia greche per parlare del popolo ebraico e dei suoi padri. Il Nuovo Testamento fa maggiormente riferimento alla cristianità dopo la venuta di Gesù Cristo ed è formata da quattro Vangeli, le lettere dell'apostolo Paolo, le Lettere cattoliche, gli Atti degli Apostoli e l'Apocalisse.
Questo testo sacro era stato redatto originariamente in greco ed è il testo maggiormente tradotto e diffuso della nostra tradizione letteraria e culturale. Tra le migliaia di traduzioni del testo biblico in tutte le lingue del mondo sono particolarmente degne di nota: il Pentateuco samaritano ( IV secolo a.C.), Peshitta (tradotto in aramaico nel V secolo d.C); Settanta (traduzione greca dell'Antico Testamento tra il IV e II secolo a.C).
La più importante traduzione della Bibbia nella storia della letteratura occidentale è la Vulgata.
Si tratta della traduzione effettuata da San Girolamo nel IV secolo. Egli tradusse in latino il testo biblico al fine di renderlo noto al volgo; fu talmente ben accolta che venne adottata e mantenuta per secoli ed è ancora oggi il testo liturgico della messa in latino.
La Bibbia venne poi tradotta in volgare molte volte in Italia tra il XIII ed il XV secolo, ma solo parzialmente. Nel 1471 venne pubblicata la prima versione della Bibbia tradotta in una lingua moderna, ovvero l’italiano.
Ricordiamo, infine, la traduzione svolta da Martin Lutero, versione biblica tedesca per eccellenza. È la versione di riferimento, in testo originale o nelle sue traduzioni, di molte chiese protestanti.
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